La chiesa di San Nicola risale ai secoli XIV-XV , fu edificata sotto il titolo di San Sebastiano, situata fuori la terra di Gambatesa, in una zona campestre ed officiata dal 1586 al 1653 dai Minori Conventuali di San Francesco detti della “Scarpa” , che abitavano l’annesso convento loro concesso dall’università con atto del 7 novembre 1586. Soppresse le piccole comunità religiose da Innocenzo X la chiesa e il convento furono abbandonati.

Con il terremoto del 1688 si aggravarono le condizioni già molto deteriorate dell’edificio e nel 1695 fu oggetto di dispendiosi restauri.

Rinnovata la Chiesa l’Arcivescovo di Benevento Orsini (poi Papa Benedetto XIII) vi fece trasferire le suppellettili dell’antica e abbandonata Chiesa di San Nicola al Serrone.

La Chiesa di San Nicola è oggi un piccolo gioiello d’arte sacra romanico-rinascimentale dalla linea architettonica semplice e linda con la facciata a timpano. Presenta all’interno ad una sola navata, alcune pregevoli tele di notevole interesse, restaurate per opera della Sovrintendenza alle Belle Arti.

Al centro c’è un retablo in legno scolpito e dipinto su due livelli: il primo livello è costituito da due semicolonne scanalate affiancate da protrami cherubiche; superiormente c’è un pannello centrale tra volute e cherubini.
Sullo zoccolo del retablo sono visibili due stemmi: uno riferibile ai Mendozza, famiglia feudataria di Gambatesa dal 1616 al 1631 e nell’altro le parole “AVE MARIA GRATIA PLENA”.

Al centro del retablo c’è un dipinto a olio su tela (cm. 232×155) raffigurante l’Immacolata in tunica bianca a disegni d’oro e fiancheggiata dalle raffigurazioni simboliche di alcuni suoi titoli. Ai suoi piedi San Onofrio e San Nicola.

E’ un’opera decisamente interessante databile tra tra il 1616 e il 1631 per la presenza dello stemma dei Mendozza visibile sulla cornice. L’autore è ignoto ma sembra sia appartenuta alla cerchia di Giuseppe Cesari detto “Cavalier d’Arpino”.

Sulla sommità del retablo è situato un dipinto raffigurante l’Eterno Padre. E’ della stessa mano dell’autore dell’Immacolata.

Ai lati del retablo, entro apposite cornici in stucco ci sono due dipinti raffiguranti la Madonna e l’Arcangelo Gabriele di ignoto autore locale.

Indubbie affinità legano questi dipinti con i quattro tondi conservati nella chiesa di San Sebastiano a Caserta.

A sinistra dell’altare un dipinto attribuibile al pittore napoletano Giuseppe Castellano (inizi sec. XVIII) rappresenta Sant’Antonio Abate affiancato da San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio di Padova. Si tratta di opera appartenente alla committenza e all’attività pastorale del Card. Vincenzo Maria Orsini nell’ambito della sua diocesi. In basso, al centro, si può notare infatti lo stemma degli Orsini.

Alla destra dell’altare una tela del 1715 raffigurante San Biagio, San Sebastiano e San Rocco del pittore Francesco Montagano.

Un dipinto del 1620 raffigurante l’Assunta con la Trinità, San Francesco e San Carlo Borromeo del pittore napoletano Francesco Ferri è situato sulla parete destra della chiesa.

Il restauro delle opere è stato possibile grazie all’interessamento dell’arciprete Don Giuseppe Nuzzi (attuale parroco emerito) e al contributo finanziario della Banca di Credito Cooperativo di Gambatesa (ex Cassa Rurale).

La riapertura al culto è avvenuta con una solenne cerimonia liturgica celebrata dall’arcivescovo Mons. Pietro Santoro nel 1987.

Davanti alla Chiesa è posta la Croce Greco-Romanica, dove è raffigurato il Cristo Crocefisso tra la Madonna, San Giovanni ed un teschio; sull’altra faccia il Cristo trionfante che benedice. Circondato dai simboli dei 4 evangelisti.